martedì 8 agosto 2023

 


A proposito di mondiale 

Egregio direttore, spendo due parole in merito ai mondiali 2023 di calcio femminile, che hanno per l'appunto visto l'Italia fuori alla prima fase a gironi. Premetto di non essere un'esperta di calcio, ma una spettatrice che segue lo sport con entusiasmo. Qualsiasi occhio avrebbe comunque capito che sarebbe stata dura, assistendo alla competizione con la Svezia, dopo i primi trenta minuti e il primo gol dell'avversario, ho pensato, qui si perde, non c'è scampo. Tutta via l'impegno smisurato delle azzurre, lo sguardo concentrato e intriso di preoccupazione della Ct Bertolini, inquadrato spesso dalla telecamera, mi hanno tenuta incollata allo schermo con grande speranza. Abbiamo tutti creduto nello scontro con il Sudafrica, purtroppo assistendo nuovamente alla sconfitta. Ma venendo al dunque, ho trovato di cattivo gusto la vastità di critiche e insulti nei confronti di Milena, per mezzo dei social, che in casi come questo divengono uno strumento per sfogare frustrazioni che esulano dallo sport. Milena Bertolini dà l'addio alla Nazionale Italiana femminile, e lo fa attraverso un comunicato stampa. Un comunicato che fa riflettere, che arriva a pochi, che diventa nuovamente motivo di critiche e insulti gratuiti, e che io invece ho letto più volte trovando parole dense di significato e di importanti valori, fondamenta dello sport, e dello spirito sportivo. Ci insegnano fin da bambini l'importanza di questo spirito sportivo e dell'appartenenza ad un gruppo. Milena con la sua lunga carriera ha dimostrato a tutti di essere una professionista intelligente e posata, proprio a fronte di questa sconfitta. Ha dimostrato di saper guardare ai giovani, dando loro l'opportunità di costruirsi una carriera di talento mettendo in conto anche grevi cadute, come questa. Caduta che vede coinvolta un'intera squadra, e non solo l'allenatore. La competizione è fatta di vittorie e di perdite, su questo non ci piove. Vanno messe in conto seppur giocando con la giusta quantità di cattiveria per contrastarle. Quando si cade però, si cade tutte insieme, e il fair play lo si deve applicare anche fuori dal campo, in condizione di estremo stress emotivo. Viviamo in una società egoista, dove si pretende che le persone abbiano esperienza nelle discipline ma è quasi impossibile trovare qualcuno che l'esperienza la faccia fare sul serio. Vorrei davvero fare i complimenti a Milena e dirle che c'è chi crede nel suo lavoro e in come lo ha sempre svolto. Avremmo bisogno di allenatori e insegnanti severi e accudenti, che come lei portino in campo valori oramai perduti. Grazie Milena, io ho iniziato a praticare uno sport grazie a te e sono sicura che il tuo lavoro e i tuoi sforzi non sono stati vani.  

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